diumenge, 8 de febrer del 2009

Eluana (a Nazione Indiana)

Se non ora, quando…

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di Evelina Santangelo e sottoscritto da tutta Nazione Indiana

Abbiamo assistito all’arroganza di chi crede di possedere La Verità e la utilizza come una mannaia contro chi ha un’idea diversa, più interlocutoria più perplessa più umana, di verità…

Abbiamo assistito all’indifferenza e alla ottusa presunzione con cui figure istituzionali hanno tentato di schiacciare il diritto sulla base di «convinzioni giuridiche etiche e legislative», come ha dichiarato il governatore Formigoni, incuranti del fatto che le convinzioni non possono in alcun modo sostituirsi al diritto.

Abbiamo assistito alla spregiudicatezza con cui la Chiesa e i suoi prelati hanno violato la sacralità stessa della Parola (il verbo) mistificando la verità, ricorrendo a menzognere argomentazioni cliniche (come la presunta sofferenza della morte per disidratazione o la presunta «morte di fame e sete»), per corroborare posizioni di ordine etico-confessionale che, per quanto legittime, peccano di disonestà appunto, se si trincerano dietro alla menzogna.

Abbiamo assistito alla leggerezza con cui quella stessa Chiesa ha usato (e continua a usare) pesi e misure diverse, se non addirittura logiche diverse, a seconda se si tratti di difendere il naturale corso del concepimento o l’innaturale interruzione di una morte.

Abbiamo assistito al cinismo con cui quella Chiesa e quei prelati hanno fatto strame della pietà dinanzi a un uomo, una figlia, una madre… dinanzi a una famiglia colpita da un lutto terribile e straziata da una scelta che dovrebbe consigliare, se non addirittura imporre, almeno la carità del silenzio.

Abbiamo assistito all’oscenità di malati (anzi, disabili) portati nelle piazze da associazioni cattoliche… come se la malattia o l’invalidità possano essere “bandiere” da esibire o brandire contro qualcuno o qualcosa, come se disabili e malati non fossero, prima ancora che disabili e malati, persone uniche e irriducibili libere di scegliere ognuno per sé, secondo diritti riconosciuti a tutti.

Abbiamo assistito alla presunzione con cui troppi si sono eletti a giudici di questo padre riservato, dallo sguardo dolente e severo, scagliando contro di lui, scompostamente, parole ottuse come pietre, («Vita» «Morte» «Coscienza») che, nella loro vuota genericità e disincarnata inconsistenza, fanno ancora più male a chi sperimenta quotidianamente un dolore così, una perdita tale.

Abbiamo assistito al disprezzo di ogni forma di pudore da parte di un Presidente del Consiglio che si permette di barattare il destino di questa ragazza, di questo padre e di questa madre con il consenso del Vaticano al punto da dichiarare: «dobbiamo comunque cercare di non disattendere le istanze della Chiesa», incurante della laicità di uno Stato che, fino a prova contraria, non può e non deve essere succube di volontà, desideri, anatemi di nessuna Chiesa.

Adesso, quando sembrava che – nonostante una tale arroganza, una tale indifferenza, una tale ottusità, una tale spregiudicatezza, un tale cinismo, una tale oscenità, una tale presunzione, un tale disprezzo – fosse finalmente arrivato il momento del silenzio, della restituzione di questa figlia a questo padre e a questa madre perché si compia, come ha detto Peppino Englaro, «il percorso naturale della morte bloccato dai medici»… non è più possibile tollerare oltre!
Non è più possibile permettere che vengano addirittura sovvertiti i fondamenti stessi della nostra Costituzione, che venga messa in discussione la legittimità del Presidente della nostra Repubblica, sommo garante della nostra Carta costituzionale! Non è più possibile tollerare che venga perpetrato un tale Abuso nei confronti stessi della nostra Democrazia nel silenzio connivente di tutti noi…

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